Scelta tra lavoro e tempo libero vuol dire affrontare uno dei diversi argomenti di microeconomia (in genere nel capitolo 4 o 5).
Apparentemente l’argomento è facile sennonché c’è una complicazione: in ascissa non troviamo il lavoro, ma il tempo libero.
Una variante di questo tipo complica la dinamica di ragionamento. Mi spiego meglio. Quando il lavoro è un bene normale o inferiore?
Per capirsi serve inequivocabilmente studiare il grafico.
la grafica proviene dai corsi tenuti in Università Cattolica di Milano per la materia di microeconomia nell’anno accademico 2019-2020, ateneo che si ringrazia pubblicamente.
Fin qui non è difficile capirsi, basta solo accettare la struttura del piano cartesiano sapendo che N è il tempo “non lavorato” e C il “consumo”.
Il punto d’equilibrio, o meglio la scelta tra lavoro e non lavoro, si trova i E (la persona lavora) oppure anche in A (il soggetto non lavora).
In A la scelta è di NON lavorare perchè ci sono “trasferimenti/redditi” adeguati alla degna sopravvivenza.
Si noti come questi “altri redditi” sono qui conteggiati al loro impatto reale e non monetario, quindi divisi per il livello dei prezzi.
Un successivo livello d’analisi e quindi di criticità, è stabilire se N (tempo di non lavoro) è considerato un bene normale o inferiore.
Qui succede qualcosa di “strano” rispetto a quanto già conosciuto.
Negli studi di reazione al prezzo tra beni normali e inferiori, nel primo caso gli effetti reddito e sostituzione si sommano.
Ne consegue che quando i beni erano considerati inferiori i due effetti si scontrano.
In questo caso studiando la scelta tra N e L (tempo al lavoro) invece, avviene l’inverso, confondendo inizialmente lo studente.
Si rammenti la relazione L (tempo lavorato) = T (tempo, le 24 ore del giorno) – N (tempo non lavorato). L = T – N.
Quando ci troviamo nella scelta tra lavoro e tempo libero considerando N un bene normale, gli effetti reddito/sostituzione si scontrano tra loro discutendo tra chi prevale!!!
Tale inversione dei fattori deriva da come siamo abituati a osservare l’ascissa che solitamente dovrebbe contenere L e non N ma così non è.
Comunque, nel campo della scelta tra lavoro e non lavoro, se consideriamo N un bene inferiore, ES e ER si sommano.
ES = effetto sostituzione.
ER = effetto reddito.
Perchè?
Didatticamente si presentano 3 casi, prego osservare le grafiche:
In questo caso N è un bene inferiore. L’ipotesi è che sia in corso un aumento della paga!
Ipotizzando che i REDDITI SIANO BASSI un aumento del salario in ogni caso porta a maggiore impegno sul lavoro.
Redditi bassi o anche moderati ma con mutuo da pagare, tasse universitarie per i figli in scadenza, sono aspetti che esortano comunque a lavorare di più in presenza di un aumento della paga oraria.
Viene da porsi la domanda perchè per un basso reddito o per un indebitato, N sia “inferiore”? Perchè alla crescita del salario il lavoratore lavora!
Diverso è il caso con N considerato un bene normale.
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